Diritto delle successioni | La casa dei 1000 eredi

Giocare con il cinema ci piace. Probabilmente è da questa storia che il regista Rob Zombie – maestro dell’horror trash – avrebbe potuto prendere ispirazione per il suo cult “La casa dei mille corpi”.

I meandri del diritto delle successioni sono i dedali in cui si muove la nostra vicenda e gli eredi si moltiplicano in maniera esponenziale come teste di un’Idra infestante che ha preso dimora in una villetta al mare dall’aria innocente. Eppure gli ingredienti per la suspense ci sono tutti: rogiti notarili risalenti agli anni ‘40, cugini misteriosi, sparizioni catastali, frazioni ingarbugliate… Il mistero si infittisce.

Casa la mare

Andando con ordine, la storia comincia con la signora Maria, nome ovviamente di fantasia, che vende a sua figlia Carla (sempre nome di fantasia) 7/12 di una casa al mare. I restanti 5/12 sono divisi fra gli altri 5 figli della sig.ra Maria 1/12 a testa.

Il Catasto, nel 1941 prende atto di questa divisione che risulta ancora inalterata ad oggi (2020). Peccato, però, che nel frattempo, la sig.ra Carla si sia sposata, abbia cresciuto 4 figli e sia deceduta a sua volta.

Gli eredi della sig.ra Carla mandano avanti la denuncia di successione ma la nota di trascrizione indirizzata al Catasto reca un errore di battitura nel cognome (siamo nel 1985, la nota era scritta a macchina). Morale: il trasferimento di proprietà non viene registrato.

I 4 figli della sig.ra Carla concorrono, quindi, col padre – coniuge superstite – nella divisione dell’eredità e, nella fattispecie, della casetta al mare. Di quei 7/12 metà spettano al marito e metà ai 4 figli, uno dei quali è premorto lasciando a sua volta 3 figli che dividono fra loro la quota del genitore per rappresentazione.

Ora, i 3 figli superstiti della sig.ra Carla hanno, rispettivamente, 5, 2 e 3 figli a loro volta.

Questi nipoti, per un totale di 13 cugini hanno sì aperto le successioni dei genitori (ormai tutti deceduti, così come anche il nonno), ma tralasciando di considerare la famosa villetta al mare di cui ognuno, ormai, possiede una frazione infinitesimale.

A ciò si aggiunga che questo ramo della famiglia concorre con gli altri 5 rami generatisi dagli altri 5 figli della sig.ra Maria.

Questo è il labirinto in cui è ora necessario muoversi per cercare di ridurre, se possibile, il comparto proprietario dell’immobile. La prima cosa da fare è sicuramente rettificare lo stato di proprietà al Catasto perché la visura odierna riporta la situazione del 1980. Da qui sarà possibile muoversi per cercare di aggregare quante più quote possibili in capo a pochi soggetti.

Questa divisione è “pericolosa” non solo per l’impossibilità di gestire un bene in comunione fra così tante persone, ma anche per il fatto che gli stessi proprietari non sono consapevoli del numero e dell’identità di tutti i comunisti.

La visura catastale, infatti, comunica una versione del comparto proprietario non aggiornata e che, però, fa fede rispetto ai terzi, con la conseguenza che nessuno può avere un’idea del numero effettivo dei comproprietari.

L’indagine e il riordino saranno lunghi ma, alla fine ne varrà la pena: la proprietà tornerà integra.


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