Cancellazione ipoteca | Errori di distrazione in decreti e pignoramenti

Ecco i rischi e le conseguenze.

Quella svista di cui non ti accorgi prima di mandare un immobile all’asta.

“Buongiorno Ossuzio, mi può per favore verificare questo Decreto di Trasferimento? 
Non vorrei che ci fosse qualche inesattezza..”

É così che qualche settimana fa ho ricevuto la richiesta di un avvocato, che aveva appunto già redatto il decreto per un appartamento che doveva finire all’asta e ha chiesto a me di verificare la correttezza di tutti i dati.

Per fortuna ha pensato di fare una doppia verifica: ricontrollando il Decreto, ho notato che era stata saltata una rettifica di ipoteca; qualche anno prima, era stato iscritto un mutuo ipotecato, ma l’anno successivo era stato rettificato.

Il dato catastale era quindi corretto, quello ipotecario però no: l’avvocato non si è accorto della rettifica dell’ipoteca avvenuta l’anno seguente, per cui l’appartamento sarebbe andato all’asta ancora gravato dell’ipoteca in rettifica.

Morale: se il decreto fosse stato presentato senza fare una verifica, il Giudice l’avrebbe fatto rifare da capo, con conseguente perdita di tempo, denaro (tasse, bolli ecc. sarebbero stati da pagare nuovamente) e soprattutto, di fiducia nei confronti dell’avvocato cui era stato commissionato il Decreto.

errori di distrazione

…E se la svista ti fa rischiare una citazione in giudizio?

Più grave (ma altrettanto vero) è stato invece l’errore di verifica di un avvocato, nominato dalla Banca per fare pignoramento contro il privato X, che aveva acceso un mutuo per l’acquisto di un appartamento ma aveva “saltato” il pagamento delle ultime rate.

I controlli, però, sono stati fatti frettolosamente ed è stato omesso un passaggio fondamentale: il privato X aveva venduto il bene l’anno precedente al privato Z, che si è accollato le ultime rate del mutuo già in essere. Quindi, la persona contro cui fare pignoramento era in realtà il privato Z, che non aveva pagato le ultime rate!

Nessuno si è accorto dell’errore e il pignoramento è partito contro il vecchio proprietario, ignaro di tutto, che è stato però soggetto a un grave danno. Nel momento in cui è stato (ingiustamente) pignorato, infatti, il suo nome è entrato nella centrale rischi e questo avrebbe inciso sulla sua reputazione: sarebbe stato segnalato come cattivo pagatore, le sue carte di credito sarebbero state bloccate, non gli sarebbero stati concessi altri mutui ecc.

In poche parole, il privato X ha coinvolto il proprio avvocato per chiedere la cancellazione immediata del pignoramento, che avrebbe potuto arrecargli un grave danno se fosse rimasto attivo e gli avrebbe dato tutte le ragioni per citare in giudizio sia la Banca, sia l’avvocato che non ha verificato correttamente la situazione.

In poche parole: verificare, verificare, verificare

La doppia verifica è uno strumento importantissimo: vi può evitare una serie di spiacevoli inconvenienti e di conseguenze più gravi, che possono anche incidere pesantemente sulla vostra carriera lavorativa e immagine di professionisti.

E spesso, purtroppo, si tende a pensare che il curatore fallimentare o l’avvocato abbiano tutti gli strumenti per effettuare controlli “certosini” su determinate pratiche, ma spesso non è così.

Un consulente ipocatastale ha gli strumenti adatti e un occhio “addestrato” a  scovare sia le inesattezze più piccole che gli errori più gravi, che possono costare un serio danno professionale e di reputazione all’avvocato o al curatore, se questi non si accorge in tempo e presenta una pratica errata.

Il suggerimento, quindi, è proprio quello di non prendere mai sottogamba la verifica di qualsiasi pratica, anche se pensate di aver già trovato tutti i dati necessari: spesso gli stessi dati non vengono aggiornati, possono essere incompleti e “invisibili” a occhi meno abituati a questo genere di controllo.

Non abbiate quindi timore a chiedere supporto in tal senso: può davvero salvarvi la reputazione!


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